Comunicazione congiunta Fondazione PMA Italia e SIFES
16 Marzo 2020
Cari Amici e Soci,
L’aumento esponenziale dei casi di positività al COVID-19, nonostante le cautele derivate dalla applicazione dei decreti del Governo (DPCM 8,9,11 marzo 2020), accresce il rischio di contaminazione dei pazienti infertili e del personale dei centri di medicina della riproduzione nelle prossime settimane.
Mentre vi sono dati preliminari sui rischi in donne COVID-19 positive in gravidanze avanzate (terzo trimestre) non si conosce nulla sull’effetto del virus in questione sulle gravidanze iniziali sia per la madre che per il nascituro.
Per questi motivi, si ritiene che attendere il passaggio del picco delle infezioni (e la successiva possibile immunizzazione) prima di intraprendere cicli di Procreazione Medicalmente Assistita,ad eccezione dei trattamenti non differibili o perché urgenti o perché già iniziati, sia un approccio corretto e appropriato.
Ridurre inoltre i rischi della necessità di utilizzare posti letto ospedalieri, sale chirurgiche o terapie intensive legati ad eventuali complicanze derivate dalla esecuzione di programmi di concepimenti assistiti risulta oggi un atto dovuto nei confronti della popolazione e dei colleghi che stanno combattendo una lotta al limite delle risorse umane ed economiche.
L’impatto psicologico e morale sulla popolazione e sugli operatori di un letto di terapia intensiva occupato da una giovane paziente in cui la gravidanza è stata indotta grazie a programmi di concepimento assistito è negativo al punto di consigliare di eseguire solo i trattamenti urgenti e indifferibili, posponendo la ricerca della gravidanza anche utilizzando in maniera estensiva le tecniche di crioconservazione di gameti ed embrioni.
Prof. Luca Mencaglia
Presidente Fondazione PMA Italia
Dott. Roberto Palermo
Presidente SIFES-MR
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Comunicato congiunto Fondazione PMA Italia e SIFES